Indagine su un paese al di sotto di ogni sospetto #2
(Per leggere la prima parte, clicca qui: Indagine su un paese al di sotto di ogni sospetto #1)
Non posso sapere quali siano i suoi pensieri, né che idea
si sia fatta di Tiepole. La giornalista mi sembra, tuttavia, spaesata. Proprio
come lo ero io al mio arrivo, che mai scorderò. Questo posto ha la capacità di
far dimenticare ogni altro luogo della terra, come se il mondo esterno non
esistesse più. Tiepole intrappola i suoi abitanti e anche chi vi si ferma per
una breve sosta. Vorrei voltarmi e avvertirla del pericolo che sta correndo, ma
non lo faccio. Piuttosto, avanzo fino all’arco dove lo stemma delle due
famiglie fondatrici è ancora visibile, nonostante il tempo.
«Lo conosce questo? Sa della storia della fondazione di Tiepole?»
Mentre le faccio quelle domande sciocche, la fisso negli occhi. Sì, è
decisamente spaesata. Curiosa, ma anche disorientata. Tiepole non è un paese
grande, tutt’altro. Eppure, perdersi tra le sue ombre è facile per chiunque.
«Certo» mi risponde. «Prima di arrivare qui mi sono documentata. È il mio
lavoro.»
Annuisco. Eppure, so bene che le notizie trovate in rete o in qualche documento
non corrispondono alla verità. Io, prima di trasferirmi coi miei genitori avevo
fatto lo stesso, trascorrendo un pomeriggio a cercare informazioni in rete
relative a un posto di cui i siti internet riportavano pochissimo. Scarni
comunicati di un luogo apparentemente privo di interesse.
«Immagino» aggiungo. «Ma mi creda quando le dico che nessuno sa niente di
questo luogo, se non ne studia per bene i particolari. Uno di questi è proprio
sopra la nostra testa. Lo stemma delle due famiglie fondatrici. Tutti
conoscono, più o meno, la figura di Tiepolo Costantini. Ma in pochi nominano
Oreste. Mia nonna, Marta Vasselli, discendeva proprio da lui. E Oreste è stato
ammazzato. Sapeva anche questo? La Storia di Tiepole riporta che l’uomo è
scomparso in circostanze misteriose, ma in molti ritengono che sia stato fatto
fuori perché ostacolava le intenzioni di Tiepolo. Insomma, Tiepole è stato
fondato nel sangue come molti altri posti del mondo. Scriverà anche questo nel
suo articolo?»
Abbozzo un sorriso stanco. Rievocare questa storia, ogni volta, mi provoca un
malessere generale. Io non c’entro nulla, ma è come se vi avessi fatto parte.
Tutta colpa di mia nonna e della sua ossessione per Tiepolo.
«Che idea si è fatta del nostro paese? Posso chiederglielo?»
Il nostro paese. Sì, questo
posto è anche mio.
Mentre attendo la risposta, sposto lo sguardo verso la viuzza che
porta in chiesa. Don Luigi sarà impegnato in sagrestia nelle sue occupazioni
giornaliere. Magari possiamo fargli visita. Lui, la storia di Tiepole la
conosce bene e sarà senz’altro utile a questa sconosciuta che è rimasta in
silenzio ad ascoltarmi, senza ancora appuntare niente sul suo taccuino.