Recensione: Luna di Natale di Simona Liubicich

Londra, 1900. 

La mattina seguente la sua festa di addio al celibato, il duca di Richmond, Daniel Seymour, si sveglia con una martellante emicrania e una 'sorpresa' che ha dell'inverosimile: chi è la bellissima giovane che sta dormendo accanto a lui nel letto? Lui non ricorda nulla di ciò che è accaduto e nemmeno di lei, ma sa che è irrimediabilmente compromessa. La ragazza è Leigh Goldstein Smithson, ereditiera americana figlia di uno dei banchieri più influenti del mondo. Il matrimonio riparatore diventa d'obbligo, ma quel momento d'oblio nasconde qualcosa di più grande e pericoloso. Contro ogni previsione, la fiamma di un sentimento inizia a bruciare le anime dei due giovani, ma riuscirà l'atmosfera del Natale a svelare chi si cela dietro al subdolo piano ordito alle loro spalle?





****************

Leggere Simona Liubichich è sempre un estremo piacere, soprattutto se il genere che tratta è quello storico. 
Siamo in Inghilterra, nel 1900. La regina Vittoria è anziana e il principe Edoardo è quasi pronto a succederle. Li ritroveremo entrambi nelle pagine di questa storia che vede come protagonisti il duca di Richmond, Daniel Seymour, e la giovane e bella ereditiera americana Leigh Goldstein Smithson.
 
Il romanzo inizia già in una sorta di medias res: i due si risvegliano a letto, insieme, ma nessuno si ricorda come ci sono finiti. L’unico indizio che all’inizio ci fornisce l’autrice è che i due si sono incontrati alla festa licenziosa, in maschera, dell’addio al celibato del duca. La coppia ha ballato insieme, parlato, poi… il nulla. Immediatamente scoppia lo scandalo ed entrambi sono costretti a ribaltare i propri piani, a ricorrere a un matrimonio riparatore non senza pochi problemi da ambedue le parti. Mentre il duca annulla il precedente matrimonio per sposare la giovane americana, con il permesso della Regina, Liegh (anch’essa promessa a un altro uomo, socio in affari di suo padre) teme che il suo sogno di studiare e diventare un’archeologa possa sfumare a causa delle nozze affrettate. Leigh è una giovane moderna, per quell’epoca. Lei sogna la libertà di conoscenza, quella libertà che da sola la porterà ad affermare se stessa. Teme inoltre che il duca la sposi solo per mera convenienza e non per amore. Un timore che molto spesso la porterà a dubitare della scelta costretta. 
Il duca dal canto suo è un uomo che sa come va il mondo ma è allo stesso tempo affascinato dalla creatura bellissima che è entrata a far parte della sua esistenza, stravolgendola. 

Moonmolto spesso il duca la chiamerà così a causa del suo aspetto quasi fatato. Aspetto e indole che lo porteranno a nutrire un accentuato interesse verso questa ragazza proveniente dall’altra parte dell’oceano, volenterosa, caritatevole e tenace, in cerca della libertà e dell’amore. 
Ma cosa ha causato per davvero l’amnesia di entrambi? Quale mistero si cela dietro a quelle ore buie dove nessuno dei due ricorda nulla? 

Un breve romanzo rosa che si legge in un soffio, contornato da luoghi storici realmente esistiti come il Boodle’s, segno dell’amore per la storia che ha sempre contraddistinto l’autrice
Un romanzo che alterna momenti di passione e momenti di tensione poiché la vendetta, per un orgoglio ferito, è sempre dietro l’angolo. 
La scrittura è fluida, anche là dove l’autrice inserisce i riferimenti e i personaggi storici, senza appesantire la narrazione ma anzi arricchendola di particolari che fanno calare il lettore perfettamente nell’atmosfera dal racconto. 

E poi come non ricordare Lord Christian Howards e Lady Catherine, personaggi che ho piacevolmente ritrovato, provenienti da un altro romanzo dell’autrice? Adoro questo rimando di storie che si intrecciano a riprova che un autore ama tutti i suoi figli di carta e li fa incontrare come vecchi amici. 
Insomma una bella storia di Natale, per sospirare e appassionarsi. 
Un altro bel ricordo di lettura della Liubicich.