La strada fino a qui di Isabella Vanini

Buon pomeriggio, amici di blog!
Oggi ospito un'autrice che conosco molto bene, una di quelle dedite veramente alla scrittura, che non si è mai arresa di fronte a nulla nel corso del tempo.
Sto parlando di Isabella Vanini che mi ha raccontato un po' di sé e dei suoi libri.

Ciao Isabella e benvenuta nel mio spazio virtuale. Cominciamo con una domanda di rito: cosa fa Isabella Vanini quando non scrive?
Ciao Alessandra, grazie mille. Quando non scrivo, leggo, disegno, pubblicizzo i miei lavori, aiuto mio figlio con la scuola e mi dedico alle mille faccende da fare.

Ripercorriamo insieme la tua lunga carriera da autrice. Quando hai esordito e con quale romanzo?
Devo fare una parentesi. Ci sono libri e case editrici o print on demand con le quali ho iniziato che non considero più, come se non fossero mai esistite. Quindi direi di aver esordito con “Grido d'amore” nel 2011, seppure abbia iniziato molto prima a scrivere.

Quali sono state poi le tue opere successive?
“La voce del sentimento”, “Una notte a Londra”, “Tu, come una valanga”, “Le note del destino”, “Incontriamoci allo Sweet Temptations”, “Don't leave me for Christmas”, “Evanescent Appearances”, “La rivincita dell'amore”, “Questione di gusti”, “Vorrei essere te”, “A girl for two”, “A girl for me”, “Il mio unico desiderio per Natale”, “Inferno” e “Natale sugli sci”.

Molte delle tue precedenti opere sono state pubblicate con lo pseudonimo di Evelyn Storm. Come mai adesso hai deciso di utilizzare il tuo vero nome?
Sinceramente, dopo tutti questi anni, sono arrivata a sentirmi senza identità. In fondo, anche se sono sempre io, Evelyn non esiste. Poi ho pensato che sarebbe stato bello usare il vero nome, e il cognome, in omaggio a mio nonno paterno, che non ho mai conosciuto. In ultimo perché stava diventando complicato e stancante mettere sempre tra parentesi lo pseudonimo accanto al vero nome. Meglio usare quest'ultimo e via, come mi hanno suggerito in parecchie persone e autrici.

Parliamo della tua ultima uscita “Sei il mio effetto collaterale”. Di cosa parla? C'è un messaggio particolare che vuoi lanciare ai tuoi lettori con quest'opera?
Il mio romanzo parla di un incontro casuale tra uno studente maggiorenne delle scuole superiori e una mamma trentaquattrenne con un figlio, divorziata da tempo, intervenuta all'open night dove lo studente, Daniele, è stato incaricato di gestire i genitori e gli aspiranti alunni. In lei scatta subito un'attrazione potente e irresistibile, in lui no, nasce il fastidio per le attenzioni troppo rimarcate di Giulia. Ma il destino è in agguato. Il messaggio che voglio lasciare è di non farsi influenzare dalle apparenze, perché l'abito non fa il monaco, e che una persona non si giudica finché non la si conosce veramente in tutte le sue sfaccettature. Oltre a questo che non c'è un'età giusta per amarsi, l'amore quando arriva arriva, basta poi fare i conti con le conseguenze e capire se vale la pena di correre il rischio.

Quale è stata la scintilla, l'ispirazione, per la trama di questo romanzo?
La scintilla e l'ispirazione mi sono arrivate nel 2018, quando ho portato mio figlio all'open day di una scuola superiore, e lì ci siamo imbattuti in un ragazzo dell'ultimo anno che ci ha fatto fare il giro della scuola. Mi è “piaciuto” subito: bello, preparato, gentile, sicuro di sé. Ho capito immediatamente che sarebbe diventato il mio protagonista e, complice dell'ottima musica, il libro è arrivato in automatico.

Dei tuoi romanzi quali riscriveresti da capo e a quale invece non cambieresti una virgola?
Riscrivere da capo no, credo nessuno. Magari modificherei qualcosa in “Una notte a Londra”, perché non so se l'umorismo è stato capito. E forse anche in “Inferno”, visto che alcuni l'hanno adorato, altri non l'hanno compreso. Non cambierei nulla, invece, del mio ultimo libro e di “A girl for two” e “A girl for me”.

Da quando hai esordito, cosa è cambiato nel corso del tempo secondo te nel mondo editoriale?
È cambiato molto. Amazon è sempre più un pilastro, ci sono nuove realtà editoriali valide che si stanno facendo strada. Non c'è più così tanto il print on demand accanto alle case editrici a pagamento e a quelle note e famosissime. C'è più scelta, con il self publishing che è diventato una realtà sempre più usata o accostata alle case editrici.

Cosa dovrebbe fare un autore alle prime armi per “farsi notare” sia da una casa editrice che dai lettori?
Per me va molto a fortuna e al momento. Ci sono autrici bravissime che non vengono mai notate veramente, che non salgono in classifica neppure dopo anni; altre, al primo libro, fanno il botto, magari a parità di qualità dei romanzi con le prime. Detto questo, a parte leggere e scrivere bene, bisogna investire tempo nella pubblicità individuale, con le sponsorizzate, e cercare l'aiuto e il supporto delle blogger. Parlo al femminile perché ho a che fare quasi del tutto con donne.

A cosa stai lavorando adesso? Puoi darci qualche anticipazione?
Diciamo che ho vari romanzi in ballo, tre per la verità. Solo che sono tutti top secret. Non sono pronti, pertanto non mi sento o non posso proprio parlarne prima del tempo.

Ringrazio Isabella e le faccio un grosso in bocca al lupo!