Recensione "La Paura del Male" di Maria Lucia Caparelli

Buongiorno amici di blog!
Oggi vi parlo di sei racconti dark scritti dalla penna di Maria Lucia Caparelli, edito dalla collana Segreti in Giallo edizioni. Sei favole dark che piacerenno agli amanti del genere.


SINOSSI: Un moderno vaso di Pandora. Un'isola e un baule persi nella notte dei tempi. Una mano cupida vìola il misterioso scrigno liberando il Male. E così, dopo anni di prigionia, esso torna a infestare la Terra. Cinque racconti. Cinque favole dark in cui si narra la paura ancestrale. Quella del Male incarnato in vampiri, streghe, mostri e creature malvagie. Una rapida discesa nell'orrore. Senza ritorno.

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 L'anima che non dorme non trova pace

All'inizio fu un baule. Un odierno vaso di Pandora. Poi l'oscurità. 
Sei favole dark. Sei storie diverse che raccontano il Male. Ma partiamo dal principio, cioè dal titolo: la Paura del Male. Ho voluto leggere queste storie, e ringrazio Rosa Caruso per questa opportunità, perché colpita dal titolo. Lo confesso. La paura del Male. Il male che fa paura. Il Male ancestrale, non soltanto quello degli uomini contro altri uomini, ma quello dell'oscurità dell'animo, dei mostri che si nascondono sotto il letto, dei fantasmi e degli spiriti. Il male della Morte. Quello insomma che mi affascinava da bambina perché incomprensibile. Quello che poi ho ritrovato in queste sei storie. Il lettore si ritrova catapultato ogni volta in luoghi diversi. 
Siamo in periferia di Londra prima, in un villaggio misterioso poi, su un treno fantasma dopo, in un villaggio Amish all'improvviso... E conosciamo personaggi molti diversi tra di loro. Abbiamo la discendente di una stirpe inseguita da un vampiro, la strega malvagia, le anime dannate su un treno, lo sceriffo investigatore, il giornalista avaro, un ubriacone dal passato “macchiato”. Tutte figure che hanno paura. Sì. Alcuni affrontano le proprie paure con un pizzico di speranza come nel racconto Il treno che viaggiava di notte, altre con indomito coraggio come nel racconto Il Pugnale d'argento, altri per raggiungere uno scopo personale come in Ventidue. Ma tutti, tutti, temono qualcosa. Credo sia questo il filo conduttore di tutte le favole dark, la paura del Male. Appunto. 
Ci sono molti elementi fantastici in queste storie, elementi che mi hanno fatto ripensare alle favole più classiche come ad esempio il pifferaio (magico) del treno o il pugnale magico del secondo racconto. Quanti pugnali dai poteri incommensurabili ci ha regalato la letteratura fantastica? La stessa figura del vampiro resta un classico senza tempo che non smettiamo di raffigurare. Il corvo, e i suoi occhi, del racconto Ventidue mi ha riportato alla mente subito l'omonima poesia di Poe in un rimando di scene e immagini spettrali, tragiche. I finali delle storie sono tipici delle favole più classiche ma hanno risvolti imprevedibili, dove molto spesso la magia e l'ignoto prendono il sopravvento spiazzando il lettore. 
La scrittura è priva di fronzoli, diretta. Non fa sconti. Se deve essere cruda, lo è. Perché così si descrive la Paura. La Paura non ammette metafore. Arriva e colpisce. Come le vicende dei vari protagonisti di fronte alle quali restano privati della razionalità. Insomma queste sono favole per chi ama il genere gotico, paranormale, o vuole semplicemente riscoprirlo. Sei favole da non leggere prima di andare a dormire. 
La mia preferita? Ventidue. Sia per ambientazione che per storia. E ammetto che, in un contesto come quello, ci scapperebbe un bel romanzo dell'orrore coi fiocchi. Alcuni personaggi avrebbero molto altro da dire. Un racconto non basta mai, in certi casi. 
Ottima fantasia, davvero. Proprio quella per cui una parte di me non smetterà mai di impazzire perché tutti abbiamo paura dal Male, ma pochi riescono a esprimerla veramente. 

Cala la notte  tenebrosa
il vento freddo spezza il silenzio 
mentre le creature malefiche dall'oscurità
tornano a vivere
nutrendosi della paura del cuore