Intervista a Linda Bertasi ~ Il Silenzio del Peccato




Nell’Inghilterra di Enrico VIII una storia di seduzione e inganno, 
di passione e omertà, dove niente è come sembra. 
Una serva divisa tra un duca e un ricco avvocato, tormentata da incubi inspiegabili e da un desiderio proibito.



Buongiorno amici di blog!
Oggi sono felicissima di ospitare un'autrice e un'amica che stimo e ammiro moltissimo sia per la sua penna, una delle migliori in circolazione secondo il mio modesto giudizio, che per la sua persona professionale e puntuale. Sto parlando ovviamente di Linda Bertasi che ci stupisce con una nuova storia, un nuovo amore travolgente, un erotico dove le emozioni sono miscelate alla Storia in maniera impeccabile. Ho avuto il piacere e l'onore di leggere in anteprima questa storia ambientata nell'Inghilterra di Enrico VIII, dove la passione è regolata da un destino che come ogni volta alla fine mette tutto al suo posto.
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Sinossi: Essex 1522. Jane Rivers ha solo sedici anni quando incontra Charles Brandon, il duca di Suffolk. Una tempesta fortuita li costringerà a ripararsi in un capanno tra i boschi e la passione li travolgerà. Ma Jane è una serva e Charles un duca, non c’è spazio per l’amore.
I genitori della ragazza, per nascondere l’onta, la costringeranno a un matrimonio riparatore con il promettente avvocato e amico di famiglia Richard Howard. Per Jane una nuova vita si profila all’orizzonte e una tenuta opulenta in cui trascorrerla. Ma cosa nasconde questa villa e perché un gentiluomo dovrebbe scegliere di dare scandalo e sposare una contadina? Cosa si cela dietro gli incubi che da anni tormentano Jane e che riaffioreranno non appena varcata la soglia di Manor House?
Nell’Inghilterra di Enrico VIII tra seduzioni e inganni, una storia di passione e omertà che affonda le sue radici nel silenzio.



Biografia dell'autrice

Linda Bertasi nasce nel 1978.
Nel 2010 esordisce con il romance “Destino di un amore", cui fanno seguito il paranormal-romance “Il rifugio – Un amore senza tempo” che le vale il secondo premio al concorso letterario “Valle Senio” 2012, nel 2013 pubblica il romanzo storico “Il profumo del sud” che le vale la qualifica di Autore Commendevole al Premio Letterario Europeo “Massa”.
Collabora con magazine, web-magazine, lit-blog e case editrici.
È una delle fondatrici del gruppo “Io leggo il romanzo storico” ed è socia ordinaria EWWA.
Sposata e con una figlia, vive nella provincia di Ferrara dove gestisce una piccola realtà commerciale.

Per contattarla: bertasilinda@gmail.com
Blog ufficiale: http://lindabertasi.blogspot.it/


E adesso leggiamo assieme come ha risposto alle mie domande su quello che è il periodo storico del suo romanzo e sui suoi protagonisti e di come personaggi realmente esistiti si mescolano abilmente a quelli partoriti dalla sua immaginazione.

Ciao Linda e bentornata nel mio blog. Sono molto felice questa volta di poterti ospitare per scambiare quattro chiacchiere sul tuo nuovo romance di genere erotico. Un genere del tutto nuovo per te, che sono certa avrai affrontato con la perfezione di stile e linguaggio che caratterizza la tua penna. Il romanzo breve erotico è incentrato sul periodo Tudor e sui suoi protagonisti. Quando è nata la tua passione per la corte di Enrico VIII?

Ciao Alessandra, un saluto a te e ai tuoi lettori e grazie per questa bellissima intervista nel tuo meraviglioso blog. Dunque, la passione per l’epoca Tudor nasce all’età di dodici anni quando scovai, nella biblioteca del mio paese, una biografia di Anna Bolena. Da allora la mia passione per Anna non si esaurì mai più, sull’impronta di quel documento storico iniziai a leggere storiche del calibro della Erickson e della Fraser per carpire sempre più informazioni su quella Corte maledetta e sui personaggi che l’avevano caratterizzata.

Quali personaggi storici ritroveremo nel romanzo breve e come si intrecceranno con quelli partoriti dalla tua fantasia?

Nel romanzo i miei protagonisti interagiscono con il duca di Suffolk, il fascinoso Charles Brandon, migliore amico di Enrico VIII, famoso per le molteplici avventure e per la sua natura focosa. Incontreremo anche il re Enrico nella sua Corte dorata, la consorte e regina d’Inghilterra Caterina D’Aragona e la futura regina Anna Bolena.


Charles Brandon, l'amico fidato di Enrico VIII. Tu che sei una conoscitrice di questa figura storica, che ritroveremo nel tuo romanzo breve, come lo descriveresti in tre parole?

Ritroveremo il suo fascino indiscutibile; benché i canoni di allora non fossero gli stessi di oggi, era considerato uomo d’indubbio carisma. Di lui troveremo la natura passionale, la profonda avversione per Anna Bolena, la simpatia verso la regina Caterina e gli interrogativi che il duca si pose riguardo ad alcuni comportamenti estremi del monarca. In tre parole, difficili da trovare, forse lo descriverei come: affascinante, giusto e compassionevole.

Quali delle sei mogli di Enrico VIII ha da sempre maggiormente catturato la tua attenzione? E per quale delle sei figure storiche al contrario hai provato meno empatia, meno simpatia?

Come ho anticipato prima Anna Bolena senza ombra di dubbio. Ho persino scritto un saggio, mai pubblicato su di lei, e tra i miei progetti c’è sicuramente un romanzo storico corposo su questa figura da me idolatrata. Anna era una donna moderna nata nel secolo sbagliato, non era disposta a sottostare a una società che imponeva le donne come “serve” del sesso forte e lottò per la propria indipendenza. Fu grazie a lei se il re, per esempio, permise al popolo di leggere la Bibbia sino ad allora reperibile solo in latino. Potrei aprire un sermone su di lei, quindi mi fermerò qui.
La moglie che mi destò più antipatia, forse, è Caterine Parr, l’ultima. Si salvò dall’ira infausta del re per pura fortuna, ma è un personaggio che non ho mai apprezzato. Anch’ella protestante come Anna, segretamente innamorata di Thomas Seymour, lasciò che quest’ultimo si divertisse a insidiare Elisabetta, la figlia di Anna, senza porsi il minimo scrupolo. Anche Catherine Howard fu un personaggio discutibile, forse troppo giovane e ingenua, l’unica delle mogli di Enrico a tradirlo realmente e, per questo, ne pagò il prezzo. Se dovessi scegliere chi detestare, però, direi Lady Rochford, la cognata di Anna, moglie del fratello George: una donna senza spina dorsale, divorata dal rancore per il marito omosessuale, gelosa del rapporto esistente tra i fratelli al punto tale da sacrificarli sul patibolo, pronunciando empie menzogne.

La figura di Anna Bolena è divenuta col tempo quasi leggendaria. Cosa vuoi dirci di lei?

Un po’ l’ho anticipato. Di lei posso dire che fu coraggiosa, caparbia, indipendente, moderna. Dopo che la famiglia le spezzò il cuore, impedendole di maritare il suo amore segreto, decise che nessun uomo l’avrebbe più comandata e così è stato. Quando la famiglia le ordinò di entrare nel letto del re, sostituendosi alla sorella Maria, lei decise che vi sarebbe entrata ma con una corona sul capo. Non era donna da sottostare a un uomo, neppure se questi era il suo re, non rimase in silenzio nel vedere dame e serve agire alle sue spalle, non tacque la propria indignazione verso un marito che la tradiva spudoratamente e, purtroppo, il suo carattere la rese ‘antipatica’ e facilmente sacrificabile a molti. Anche se il suo peccato più grande, l’unico e il solo, fu quello di non donare un erede maschio al trono. Se ciò fosse avvenuto, forse, ora sarebbe venerata come la regina che meritava di essere, sepolta a Westminster, e non relegata in una cappella all’interno della Torre di Londra.

Invece come consideri Caterina D'Aragona? Che opinione ti sei fatta di questa regina, messa da parte dal Re per amare la Bolena?

Caterina D’Aragona è “La” regina, è una figura che stimo molto e che rispetto profondamente. Credo che, di tutte le mogli di Enrico, lei fu il simbolo dell’eleganza, della fierezza e della regalità. Figlia di Spagna, Principessa nel sangue e nel midollo. Era una donna consapevole del posto che una regina doveva occupare, una donna che accettava i tradimenti del marito senza esporsi, senza dare scandalo. Una straniera in terra straniera venerata da un popolo che non accettò mai Anna. La differenza sociale tra loro era troppo grande, per quante onorificenze il re avesse concesso alla Bolena. Amo anche il rapporto tra i due regnanti, Enrico provava una gran rispetto per Caterina che perseverò anche al momento della morte della donna. Credo la vedesse più come una madre che come una moglie, forse dovuto anche alla differenza di età. Forse non tutti sanno che Caterina era la moglie di Arturo, il fratello di Enrico, e che alla sua morte il Regno decise di dichiarare nullo il matrimonio per permettere alla “Spagna” di sposare Enrico e mantenere i rapporti amichevoli con la nazione iberica.

Quali libri hai letto sulla storia dei Tudors e quali consiglieresti di leggere?

Tanti e ancora me ne mancano. Ho letto le biografie storiche “Le sei mogli di Enrico VIII”, “Maria la sanguinaria”, “Anna Bolena” e “Elisabetta I”. “La sesta moglie”, “Regina di astuzie”, “Il diario segreto di Anna Bolena”, “L’ultima moglie di Enrico VIII”, i romanzi di Philippa Gregory e il cimelio “Lettere d’amore di Enrico VIII ad Anna Bolena” e ancora me ne mancano. Se devo dare un consiglio a un lettore che si accosta per la prima volta ai Tudor e vuole conoscere come si svolsero effettivamente i fatti, consiglio di leggere le biografie delle storiche Erickson e Fraser, non i lavori romanzati. Un libro eccezionale è “Il re e il suo giullare” di Margaret George.

Quali usi e costumi ti affascinano dell'Inghilterra di Enrico VIII?

Sono affascinata dal passato, chi mi conosce mi definisce ‘una donna nata nel secolo sbagliato’. Mi affascinano le sculture, le abitazioni, la meticolosità che si utilizzava, il genio che serpeggiava. Ovviamente Shakespeare che visse poco dopo, durante il regno di Eliabetta I e degli Stuart. Mi affascinano gli abiti naturalmente, un po’ meno la pulizia, soprattutto quella inglese. Mi spaventa, invece, il ‘sudore anglicano’ che afflisse Londra in quegli anni e l’ignoranza che dominava gli animi. Più che essere affascinata da usi e costumi, però, io sento un grande trasporto per l’Inghilterra e per questa dinastia, mi è ignoto a cosa debba imputarlo, ma è così. Io li venero da sempre.

Per concludere una domanda curiosa: se potessi parlare con Enrico VIII, incontrarlo, cosa gli diresti? Come ti comporteresti? E se potessi incontrare Anna Bolena prima della sua decapitazione, quali parole le rivolgeresti?

A Enrico VIII forse non direi nulla e neppure lo guarderei, bastava poco per perdere la testa con lui, ma se potessi parlargli senza remore forse gli direi di smetterla di essere spaventato dalle superstizioni, gli direi che il sesso dei nascituri non dipendeva dal comportamento di un sovrano, né dalla religione. Forse gli direi che fine avrebbe fatto fare a Cromwell, il suo ministro, e quindi di non fidarsi così tanto di lui nel processo contro Anna. Gli suggerirei di non lasciarsi abbindolare facilmente dai tanti ciarlatani che lo hanno attorniato offuscando il suo giudizio.
Ad Anna direi “Scappiamo ora!” se solo potessi avere questo potere, invertirei le lancette e ne impedirei la morte, magari tenterei di sostituirla con una serva come fecero gli York con i due principini nella Torre. Forse l’abbraccerei e le direi di sorridere che sua figlia Elisabetta sarebbe diventata la donna che voleva che fosse e che il suo Regno sarebbe stato definito “L’età dell’oro”.
Forse non la lascerei più andare!

Ti ringrazio infinitamente per questo spazio, per me parlare di Anna e dei Tudor è una gioia immensa, qualcosa di talmente grande che a parole mi è difficile spiegare.
Un saluto a tutti i lettori del tuo bellissimo blog.









Vi consiglio di acquistare e leggere questo magnifico romanzo breve. La Bertasi ancora una volta non delude i suoi lettori.
Vi lascio con il booktrailer del libro. Auguro a Linda tantissimi fortuna e saluto voi, amici di blog!




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