Blog tour di "Deserto Rosso- Punto di non Ritorno" dell'autrice Rita Carla Francesca Monticelli
Il blog “La mia strada fino a qui” è felice di ospitare la I tappa del blog tour del libro "Deserto rosso - Punto di non ritorno” il romanzo di
fantascienza a puntate dell'autrice Rita Carla Francesca Monticelli.
Prima di conoscere il suo libro e di scoprire dall'autrice stessa come e perché è nato, conosciamola più da vicino.
«Nata a Carbonia nel 1974, Rita Carla Francesca Monticelli vive a Cagliari dal 1993, dove lavora come scrittrice, traduttrice scientifica e web copywriter freelance. Laureata in Scienze Biologiche nel 1998, ha ricoperto da allora il ruolo di ricercatrice, tutor e assistente di ecologia presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari fino al 2004, anno in cui ha fondato la sua ditta Anakina Web. Nell’ambito di questa azienda gestisce le sue attuali attività di scrittura creativa e traduzione, oltre a occuparsi di tanto in tanto di web design e management musicale.
Amante del cinema, ha mosso i primi passi nella scrittura cimentandosi nella realizzazione di soggetti cinematografici e sceneggiature originali, oltre che di fan-fiction.
È autrice di poesie in inglese, pubblicate negli Stati Uniti in antologie e audiolibri, e ha scritto vari testi di canzoni. Dal 2009 si occupa di narrativa. Nel 2011 ha completato la scrittura del suo primo romanzo originale di fantascienza, attualmente in fase di editing, e nel marzo 2012 ha pubblicato “La morte è soltanto il principio”, romanzo fantasy di argomento egiziano, ispirato al film “La Mummia”. Attualmente sta scrivendo il secondo episodio del romanzo a puntate “Deserto rosso”, che sarà pubblicato dopo l’estate 2012.
Il primo episodio "Punto di non ritorno" è stato pubblicato il 7 giugno 2012. Appassionata di fantascienza e soprattutto dell’universo di Star Wars, è conosciuta nel web italiano con il suo nickname Anakina.»
Prima di entrare nel vivo della scoperta dell'autrice e della sua opera vorrei di nuovo rivolgerle un caloroso benvenuto e iniziare con una domanda di rito: Carla vuoi parlarci un po' di te e di come sei approdata al mestiere di scrittrice?
Prima di tutto, Alessandra, ti ringrazio dell'ospitalità. È davvero un piacere per me poter presentare il mio libro nel tuo blog. Diciamo che sin da ragazzina ho sempre amato le storie, che siano esse in un libro, in TV o al cinema. Le storie hanno la capacità di portarti in uno stato di sogno, in cui tu smetti di esistere e al tuo posto ci sono luoghi e personaggi diversi da quelli tra cui vivi. È, a mio parere, una delle sensazioni più belle che si possano provare. Da vivere le storie scritte da altri a inventarne delle proprie il passo è davvero breve. Non so dirti con precisione quando ho iniziato a inventare delle storie, ma la prima volta che ne ho scritto una è stata almeno una ventina di anni fa (adesso ne ho 37). A quei tempi per effetto del mio profondo amore per il cinema, che iniziava a diventare qualcosa di veramente importante, decisi che avrei scritto una sceneggiatura e ci avrei girato un film. Ovviamente il film non l'ho mai fatto, sebbene insieme a delle amiche ci eravamo divertite a girare delle scene con la telecamera, ma il progetto restò incompiuto. Successivamente iniziai a studiare un po' meglio la cosa. Lessi dei libri di Syd Field (uno sceneggiatore e insegnante di sceneggiatura americano) e negli anni che seguirono, fino al 2000, scrissi tre sceneggiature, due thriller e una commedia, di cui solo l'ultima ritengo tuttora abbastanza accettabile. Sempre in quegli anni mi sono avvicinata alla scrittura di fan-fiction ispirate ancora una volta a film, in particolare alla saga di Star Wars (non a caso il mio nickname su internet è Anakina), di cui sono una grande fan e da cui nasce la mia passione per la fantascienza, e di un film del 1999, "La Mummia". Di quest'ultimo scrissi un sequel, alternativo a quello che poi uscì nel 2001, che intitolai "La morte è soltanto il principio". Quello fu il mio primo romanzo intero, cioè il primo lavoro di narrativa che portai avanti fino alla fine, cosa sempre molto difficile per uno scrittore alle prime armi. Contemporaneamente mi dedicai alla scrittura di articoli scientifici, nell'ambito del mio lavoro di ricercatrice all'università (tra il '98 e il 2004), alla poesia in inglese e poi al blogging, che in quegli anni fece i suoi primi passi in Italia e divenne molto popolare. Il mio primo blog non esiste più, ma il secondo, che ho aperto nel 2006, è tuttora il mio blog (www.anakina.net/dblog). Inoltre nel 2004 creai la mia ditta, Anakina Web, con cui mi occupo tuttora di traduzioni tecnico-scientifiche. Nel 2006 ebbi un'idea per un romanzo di carattere ecologico (sono una biologa ecologa), ispirata da un sogno, che mi ronzò in testa per un po'. Buttai giù qualche pagina l'anno dopo, ma, presa da mille altre cose, lo lasciai da parte fino a tutto il 2008. Fu nel 2009 che finalmente presi la decisione di cimentarmi di nuovo nella scrittura creativa, che col passare del tempo sembrava pretendere sempre di più la mia attenzione. Da scrittrice sai bene anche tu che noi scrittori non scriviamo perché decidiamo di farlo, ma perché non possiamo farne a meno. Da quel momento inizia un lungo percorso di tre anni che mi ha portato al completamento della prima stesura di un romanzo, che nel frattempo era diventato un thriller fantascientifico (e in cui l'aspetto ecologico si era molto ridotto), avvenuta nel dicembre scorso. È stata un'esperienza estenuante, che però mi ha fatto capire che quella della scrittura poteva essere una strada da portare avanti. E così ho iniziato a lavorare su "Deserto rosso", mentre nel frattempo ho ripreso mano a quella vecchia fan-fiction, "La morte è soltanto il principio", che, dopo una revisione, ho deciso di pubblicare gratuitamente lo scorso marzo (è disponibile in formato ebook su Smashwords, Kobo, iTunes e Barnes & Noble), per sperimentare il self-publiblishing digitale. "Deserto rosso - Punto di non ritorno" è di fatto il secondo ebook che pubblico.
Voglio riproporre qui per i nostri lettori la sinossi del tuo libro in modo da renderli partecipi di quello di cui andremo a parlare:
«Sono passati trent'anni dalla missione di esplorazione di Marte "Hera", il cui equipaggio è morto in circostanze misteriose. Questo fallimento e le problematiche politiche da esso generate hanno rallentato la NASA nella sua corsa alla conquista dello spazio, ma adesso i tempi sono maturi per una nuova missione chiamata "Isis". Questa volta i cinque membri dell'equipaggio (Anna, Dennis, Michelle, Hassan e Robert) non viaggeranno per oltre 400 milioni di chilometri solo per una breve visita, ma saranno destinati a diventare i primi colonizzatori del pianeta rosso. Un giorno Anna abbandona di nascosto alle prime luci dell'alba la Stazione Alfa e si addentra con un rover pressurizzato nel deserto marziano, in quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un gesto suicida. Mentre ci racconta passo passo i due giorni (tempo definito dalla sua riserva di ossigeno) del suo viaggio solitario, si sofferma a mostrarci eventi del passato precedenti alla stessa missione, muovendosi avanti e indietro nella sua memoria e svelandosi poco a poco a noi. Capiremo chi è, cosa l'ha portata a entrare nell'equipaggio dell'Isis, cosa (e chi) si è lasciata alle spalle e alcuni fatti accaduti durante la stessa missione che potrebbero averla spinta a questo gesto estremo. Qualunque essa sia, riuscirà Anna a raggiungere la sua destinazione?»
Da quello che mi sembra di capire il romanzo non tratta solo la tematica fantascientifica, ma è anche un romanzo d'introspezione. Conosceremo Anna durante questo sua “passeggiata” sul pianeta rosso, è corretto?
Questa prima parte del romanzo, intitolata "Punto di non ritorno", è raccontata in prima persona dalla protagonista, mentre attraversa in completa solitudine il deserto marziano per due giorni. Durante questa sua esperienza Anna si ritrova immersa nei ricordi. La sua memoria vaga liberamente tra gli eventi del passato, che l'hanno portata fino alla condizione estrema in cui si trova, e per forza di cose finisce per scavare dentro se stessa e giudicare il suo comportamento e il suo atteggiamento nei confronti delle persone che hanno fatto parte della sua vita. Vedremo in lei una prima evoluzione da persona che pensa di non avere più nulla da perdere a chi, di fronte alla vera consapevolezza di una morte imminente, invece si pente delle sue azioni e vorrebbe aver fatto delle scelte completamente diverse. Si tratta, però, come sempre del pensiero di un momento. Dal suo racconto, infatti, si evince che Anna è una donna molto insicura per motivi in parte legati alla sua particolare situazione famigliare e, per contrastare la sua tendenza a cambiare idea di continuo, cerca sempre di prendere una posizione precisa di fronte a un certo problema (che si tratti della sua partecipazione alla missione o del suo giudizio nei confronti di una persona), auto-convincendosi che si tratta della scelta più giusta, quindi obbliga se stessa a seguirla fino alla fine, per evitare che uno dei suoi mille dubbi possa confonderle le idee. Questo la porta a insistere in comportamenti spesso deleteri o pericolosi, come appunto lasciare di nascosto la sicurezza della Stazione Alfa per andare a cercare qualcosa di indefinito in un luogo inospitale, in cui di certo c'è solo la sua morte. Il carattere di Anna ha quindi un ruolo importante nella prima parte di "Deserto rosso", ma costituisce solo una sorta di "ambientazione mentale", in cui la storia si svolge. Infatti la maggior parte dei fatti sono raccontati tramite dei flashback, che rappresentano i suoi ricordi, e, rispetto invece a quelli al tempo della narrazione, sono qualcosa di estremamente soggettivo. Noi pensiamo di vedere gli eventi e i personaggi come sono, ma in realtà ciò che Anna ci mostra è una sua interpretazione degli stessi, filtrata dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni. Inoltre, per quanto non ci menta mai, tende a omettere diversi fatti, che poi salteranno fuori nelle prossime puntate.
Perché la scelta di ambientare il tuo romanzo su Marte? C'è forse in questo l'intenzione di affrontare il tema dell'uomo che si misura con un ambiente diverso dal suo e la volontà di mettere alla prova i propri limiti?
Marte ha sempre colpito il mio immaginario, essendo l'unico altro pianeta del sistema solare che potrebbe in qualche modo ospitare la vita, ma anche per la sua vicinanza e somiglianza con la Terra. Fa un certo effetto pensare che esiste un intero mondo là fuori, non tanto lontano, che non è il nostro, ma tanto simile, perché anche lì si vede il sole, ci sono le stagioni, il giorno dura quasi quanto quello terrestre, ci sono rocce e sabbia. Insomma si tratta di un mondo fatto grosso modo delle medesime cose di cui è fatta la Terra e che un giorno potrebbe diventare una casa per l'Uomo esattamente come lo è adesso il nostro pianeta. Tutto questo è entusiasmante, ma, anche se siamo molto vicini, scientificamente parlando, a raggiungere Marte, sicuramente ci vorrà molto tempo per vederne la sua colonizzazione e di certo io non potrò farne parte. E allora, come per tutte le cose che non potrò mai sperimentare, uso il mio "potere magico", cioè la scrittura, per immaginarle. E scriverne in fondo non è poi tanto diverso dal viverle. In poche parole ho ambientato la mia storia su Marte, perché volevo "sentire" cosa si provasse a essere lì. Al di là di questo, ho scelto di far avventurare Anna sulla superficie marziana, in condizioni di estremo pericolo, perché mi piaceva l'idea del contrasto tra un essere umano debole e un ambiente completamente inadatto a lui. Mi sono chiesta: che cosa potrebbe accaderle? Come si sentirebbe? Che cosa farebbe? C'è di certo una volontà di mettere la protagonista di fronte ai propri limiti, ancora una volta per sentire "sulla mia pelle" le sue sensazioni e le sue emozioni, come se fossi io al suo posto, il tutto però con la tranquillità e la sicurezza dello scrittore che controlla gli avvenimenti.
Rita e Anna, autrice e personaggio nato dalla penna dell'autrice. Quanto c'è di Anna in te?
In realtà molto poco. Casualmente (lo giuro!) abbiamo una preparazione scientifica simile, perché io sono una biologa ecologa e lei è un’esobiologa. Questo ha portato molti a pensare che io avessi in qualche modo trasferito me stessa nel personaggio di Anna. Ma non è affatto così. Il suo mestiere è del tutto funzionale alla trama. Questo si scoprirà meglio nelle prossime puntate. D'altronde se avessi raccontato questa storia dal punto di vista di un altro membro dell'equipaggio, come la geologa o l'ingegnere spaziale, mi sarei trovata più in difficoltà, perché non ho una preparazione adeguata. Nella fantascienza si ha la libertà di inventare un po', ma la speculazione scientifica si basa comunque su nozioni reali. Oltre a ciò ben poco ci accomuna. Per quanto all'interno del romanzo le scelte della protagonista funzionano, rendono la trama credibile nell’ambito della finzione, se fossero trasportate nella realtà sarebbero a dir poco terribili. Io non potrei mai avere il suo atteggiamento e non avrei mai potuto fare le cose che ha fatto. Posso tranquillamente dire che non abbiamo nulla in comune. D'altra parte per poter scrivere questa storia ho dovuto immaginare di essere lei. E mentre scrivevo, in un certo senso, smettevo di essere me stessa ed ero lei.
La prima parte del romanzo è acquistabile in ebook su amazon; a fine estate 2012 pubblicherai la seconda parte. Come mai la scelta di suddividere il romanzo in quattro parti? E cosa dovrà aspettarsi il lettore nelle prossime uscite di Deserto Rosso? Puoi darci qualche anticipazione?
Ho deciso di suddividere il romanzo in quattro parti per diversi motivi. Quando ho iniziato a scrivere la prima puntata di "Deserto rosso", a gennaio, venivo dalla lunga ed estenuante prima stesura di un altro romanzo sempre di fantascienza, che è durata ben tre anni (il romanzo in questione è tuttora in fase di editing, che sarà anch'esso molto lungo). Dopo tre anni sempre con gli stessi personaggi, avevo voglia di scrivere qualcosa di più rapido, che potessi iniziare e finire in breve tempo. Inizialmente avevo pensato a un racconto, che poi si è trasformato nell'idea di una novella. Ma quando mi sono messa veramente a scrivere, mi sono resa conto che non sono fatta per raccontare storie brevi con trame che si concludono in poche pagine. Non fa proprio per me. Siccome non avevo alcuna voglia di imbarcarmi in un altro progetto pluriennale, ho immaginato "Deserto rosso" sin dall'inizio definendone grosso modo i punti principali e la sua lunghezza, dividendolo in parti, che avrei scritto in tempi diversi. Ho iniziato quindi con "Punto di non ritorno", la cui prima stesura era già pronta in tre settimane, ma ci sono voluti dei mesi per arrivare a quella definitiva. A questo punto, però, l'averla finita mi è servito in un certo senso da auto-gratificazione, che mi renderà più facile affrontare la scrittura delle parti successive. Un altro motivo era quello di mettere in atto un esperimento letterario. Volevo rendere i miei lettori in qualche modo participi della parte creativa. Sto, infatti, raccogliendo i vari feedback che ricevo e senza dubbio essi avranno una forte influenza, più o meno consapevole, nella scrittura della seconda parte e di quelle successive. Infine confesso che l'idea di suddividere un romanzo in quattro parti non è proprio mia. Molti autori indipendenti anglofoni già lo fanno. C'è chi scrive un romanzo intero e poi lo pubblica a puntate. Mentre ci sono altri che scrivono delle vere e proprie serie a puntate, un po' come le serie TV, ma sotto forma di novelle, con tanto di episodio pilota e varie stagioni. C'è insomma tutto un mondo di sperimentazione letteraria, che è reso possibile solo adesso grazie all'estendersi del mercato degli ebook e che nell'era del libro solo cartaceo non sarebbe mai potuto esistere. E devo ammettere che sono entusiasta di provarlo in prima persona!
Anticipazioni? Be', non voglio rovinare la sorpresa ai lettori, ma posso già dire che nella seconda puntata, che sarà intitolata "Deserto rosso - Abitanti di Marte", verrà prima di tutto fatto un piccolo passo indietro, rispetto alla fine di "Punto di non ritorno", per svelare una buona parte di ciò che è realmente accaduto in quei mille giorni di permanenza dell'equipaggio dell'Isis nel pianeta rosso. Questa volta i fatti non saranno più raccontati da Anna, ma da un punto di vista più oggettivo. In questo contesto farà capolino il vero motore della storia (ma non posso proprio dirvi qual è), che finora ha avuto un solo breve cenno, quasi di sfuggita, nel primo episodio e che avrà la sua massima espressione nel terzo episodio. Sempre nel secondo, verremo a sapere qualcosa di più sulla missione Hera di trent’anni prima e sul suo fallimento, daremo un piccolo sguardo a ciò che accade sulla Terra e ovviamente scopriremo cosa è successo ad Anna. Se "Punto di non ritorno" è stato l'episodio di presentazione, "Abitanti di Marte" sarà l'episodio delle rivelazioni, il terzo sarà quello del conflitto, mentre l'ultimo rappresenterà l'epilogo della storia, dove gli ultimi fili si uniscono in un finale, che lascerà al lettore la possibilità di immaginare un proprio personale seguito.
Se dovessi scegliere un passo evocativo della prima parte del romanzo quale citeresti ai lettori per invogliarli in questo modo alla scoperta del tuo romanzo?
Te ne propongo due.
Il primo descrive brevemente il tramonto a Valles Marineris, con la comparsa di una "stella" molto particolare.
“Mi soffermo ad ammirare il cielo che da color salmone sta virando verso un celeste sporco, mentre il sole si abbassa all’interno del canyon. La sua luce è diventata così tenue che posso fissarlo senza restarne abbagliata. A est iniziano a distinguersi delle stelle. Demios, il satellite più lontano, splende poco più grande di una stella proprio sopra la mia testa, mentre Phobos sembra venirgli incontro. Mentre il disco del sole attraversa l’orizzonte irregolare di Valles Marineris, ecco che appare lei, poco più in alto a ovest. Sembra una stella azzurra, che brilla alle luci del crepuscolo. È la Terra.”
Il secondo in realtà non c'entra nulla con la fantascienza, ma è il mio passaggio preferito. In esso Anna sta osservando di nascosto Jan, che è uno scrittore, mentre lavora.
“Certe volte lo guardavo di nascosto mentre scriveva nel suo studio, illuminato da un’ampia vetrata che dava sul giardino. Era talmente assorto che non si accorgeva di me. Le sue mani sembravano danzare sulla tastiera, come quelle di un pianista. Lo sguardo era fisso sullo schermo, ma l’espressione del suo viso cambiava, interpretando le sue storie, nel momento stesso in cui le creava. Talvolta sorrideva, oppure il suo volto si contraeva per lo sgomento. Interrompeva per un momento la scrittura e gesticolava, mentre le sue labbra farfugliavano le parole dei suoi personaggi. Poi, con un rinnovato slancio, le sue dita tornavano al lavoro, instancabili. Poteva andare avanti così per ore intere, perdendo ogni cognizione del tempo. Chissà come viveva quei momenti, se vedeva se stesso dentro la storia, mentre la realtà intorno a lui scompariva. Ciò che riuscivo a percepire nei suoi occhi era una pura felicità, qualcosa con cui non avrei mai potuto competere.”
Deserto Rosso è un'opera di fantascienza e deduco che tu ti sia avvalsa di un'attività di ricerca e consultazione per la stesura del romanzo, dico bene? Quale è stata dunque la genesi e lo sviluppo della tua opera?
L'idea di scrivere questo romanzo è nata durante la lettura di un altro romanzo: "First Landing" di Robert Zubrin. Zubrin è uno dei fondatori dalla Mars Society, oltre che uno dei principali esperti su Marte e sulla possibilità di colonizzarlo. "First Landing", pur essendo un romanzo di fantascienza, si basa completamente su tecnologie già esistenti al momento della sua pubblicazione (circa 10 anni fa). Il suo scopo non è solo intrattenere, ma mostrare al mondo come sarebbe se si arrivasse su Marte. È più che altro un testo propagandistico, sotto forma di romanzo. Avevo già visto dei documentari sul lavoro di Zubrin, per cui il passo successivo è stato poi leggere il suo saggio più famoso "The Case for Mars", in cui viene spiegato davvero tutto quello che c'è da sapere sul pianeta rosso, su come raggiungerlo, come sfruttare le sue risorse per sopravvivere, come colonizzarlo, come modificarlo (tramite la terraformazione) e infine gli enormi vantaggi scientifici ed economici di un simile progetto a lunghissimo termine.
A ciò si aggiunge il fatto che seguo sempre con grande interesse il lavoro della NASA in merito a Marte, con il rover Opportunity, che da oltre tremila giorni marziani (quasi dieci anni terrestri) analizza la superficie del pianeta e ci manda meravigliose immagini, e con il rover Curiosity che in questo momento sta raggiungendo l'orbita del pianeta dove atterrerà il 6 agosto.
Tutto ciò fa da background scientifico alla storia (lo si può anche ritrovare nella bibliografia alla fine dell'ebook), il quale per un buon 95% (se non di più) si basa su dati scientifici reali e tecnologie esistenti, almeno a livello teorico. È chiaro che in alcuni punti forzo un po' la mano, anche perché alla fine si tratta di fantascienza, non di un saggio, e la storia è ambientata circa cinquant'anni nel futuro. Più di una volta, per esempio, ho spiegato un aspetto scientifico, usando la tecnologia più semplice da comprendere per il lettore (che alla fine vuole solo leggere una storia), sebbene questa al lato pratico sia la meno conveniente o efficiente.
Sei una scrittrice indipendente. Come mai questa scelta? Hai mai proposto a una casa editrice il tuo romanzo, e se non l'hai mai fatto vuoi spiegarcene il motivo?
No, non ho mai proposto il romanzo a un casa editrice. Riguardo a "Deserto rosso" c'è anche da dire che non troverei mai nessuna casa editrice disposta a pubblicare un romanzo a puntate, per cui non ho preso neppure in considerazione la cosa.
Per altri lavori, non saprei adesso darti una risposta certa. Fino a un paio di anni fa pensavo veramente che avrei cercato di proporre l'altro romanzo che stavo scrivendo (quello di cui ti parlavo prima) a una casa editrice, perché è chiaro che un editore, almeno in teoria, ti dà un supporto in tutte le fasi di preparazione e poi di distribuzione e promozione, che da indipendente ovviamente non hai. Poi ho iniziato a studiare l'editoria italiana e purtroppo non mi è piaciuto molto quello che ho visto.
Avere un editore alla fine non dà grandissime garanzie, a meno che non si tratti di uno di quelli più grandi (che però difficilmente sono avvicinabili da un esordiente). Non tutti gli editori purtroppo lavorano bene come dovrebbero, ma nel contempo finiscono per toglierti il controllo sulla tua opera, riguardo a quegli aspetti che dicevo sopra. Alla fine dei conti, considerando che non sono una ragazzina, che non pretendo di campare scrivendo narrativa (ho già un lavoro che mi piace e riguarda comunque la scrittura), che me la cavo bene in quasi tutti quegli aspetti (e laddove non arrivo io, so a chi rivolgermi), mi sono chiesta: perché non dovrei provare a fare per conto mio?
D'altronde sono già una lavoratrice autonoma, sono già imprenditrice di me stessa, per cui mi è sembrato naturale estendere questa mia caratteristica anche alla scrittura creativa. Particolarmente cruciale è anche stato il fatto che ho iniziato a seguire numerosi blog di autori indipendenti americani e inglesi. Da quelle parti il self-publishing è un fenomeno molto sviluppato, un vero e proprio business. Qui in Italia siamo ancora indietro, in parte perché il mercato degli ebook è ancora ridotto, ma è comunque in continua crescita, per cui credo che questo sia il momento migliore per buttarsi nella mischia.
Ringrazio Carla per questa sua intervista dove ci ha dato modo di conoscere a fondo lei, il suo lavoro e la sua scrittura.
Questa intervista vi ha incusiosito e volete leggere la prima parte del romanzo? Potete allora scaricarlo da qui DESERTO ROSSO- PUNTO DI NON RITORNO a soli 0,89 centesimi.
Se non siete sazi e volete sapere altro sull'autrice consultate il suo sito internet ANAKINA.NET.
Per ultimo vi lascio la visione del booktrailer del'opera.
Grazie a Rita Carla Francesca Monticelli per aver fatto tappa qui nel mio blog! E resto in attesa dell'uscita della seconda parete del romanzo.
Un saluto a tutti amici di blog!
Prima di conoscere il suo libro e di scoprire dall'autrice stessa come e perché è nato, conosciamola più da vicino.
«Nata a Carbonia nel 1974, Rita Carla Francesca Monticelli vive a Cagliari dal 1993, dove lavora come scrittrice, traduttrice scientifica e web copywriter freelance. Laureata in Scienze Biologiche nel 1998, ha ricoperto da allora il ruolo di ricercatrice, tutor e assistente di ecologia presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia dell’Università degli Studi di Cagliari fino al 2004, anno in cui ha fondato la sua ditta Anakina Web. Nell’ambito di questa azienda gestisce le sue attuali attività di scrittura creativa e traduzione, oltre a occuparsi di tanto in tanto di web design e management musicale.
Amante del cinema, ha mosso i primi passi nella scrittura cimentandosi nella realizzazione di soggetti cinematografici e sceneggiature originali, oltre che di fan-fiction.
È autrice di poesie in inglese, pubblicate negli Stati Uniti in antologie e audiolibri, e ha scritto vari testi di canzoni. Dal 2009 si occupa di narrativa. Nel 2011 ha completato la scrittura del suo primo romanzo originale di fantascienza, attualmente in fase di editing, e nel marzo 2012 ha pubblicato “La morte è soltanto il principio”, romanzo fantasy di argomento egiziano, ispirato al film “La Mummia”. Attualmente sta scrivendo il secondo episodio del romanzo a puntate “Deserto rosso”, che sarà pubblicato dopo l’estate 2012.
Il primo episodio "Punto di non ritorno" è stato pubblicato il 7 giugno 2012. Appassionata di fantascienza e soprattutto dell’universo di Star Wars, è conosciuta nel web italiano con il suo nickname Anakina.»
Prima di entrare nel vivo della scoperta dell'autrice e della sua opera vorrei di nuovo rivolgerle un caloroso benvenuto e iniziare con una domanda di rito: Carla vuoi parlarci un po' di te e di come sei approdata al mestiere di scrittrice?
Prima di tutto, Alessandra, ti ringrazio dell'ospitalità. È davvero un piacere per me poter presentare il mio libro nel tuo blog. Diciamo che sin da ragazzina ho sempre amato le storie, che siano esse in un libro, in TV o al cinema. Le storie hanno la capacità di portarti in uno stato di sogno, in cui tu smetti di esistere e al tuo posto ci sono luoghi e personaggi diversi da quelli tra cui vivi. È, a mio parere, una delle sensazioni più belle che si possano provare. Da vivere le storie scritte da altri a inventarne delle proprie il passo è davvero breve. Non so dirti con precisione quando ho iniziato a inventare delle storie, ma la prima volta che ne ho scritto una è stata almeno una ventina di anni fa (adesso ne ho 37). A quei tempi per effetto del mio profondo amore per il cinema, che iniziava a diventare qualcosa di veramente importante, decisi che avrei scritto una sceneggiatura e ci avrei girato un film. Ovviamente il film non l'ho mai fatto, sebbene insieme a delle amiche ci eravamo divertite a girare delle scene con la telecamera, ma il progetto restò incompiuto. Successivamente iniziai a studiare un po' meglio la cosa. Lessi dei libri di Syd Field (uno sceneggiatore e insegnante di sceneggiatura americano) e negli anni che seguirono, fino al 2000, scrissi tre sceneggiature, due thriller e una commedia, di cui solo l'ultima ritengo tuttora abbastanza accettabile. Sempre in quegli anni mi sono avvicinata alla scrittura di fan-fiction ispirate ancora una volta a film, in particolare alla saga di Star Wars (non a caso il mio nickname su internet è Anakina), di cui sono una grande fan e da cui nasce la mia passione per la fantascienza, e di un film del 1999, "La Mummia". Di quest'ultimo scrissi un sequel, alternativo a quello che poi uscì nel 2001, che intitolai "La morte è soltanto il principio". Quello fu il mio primo romanzo intero, cioè il primo lavoro di narrativa che portai avanti fino alla fine, cosa sempre molto difficile per uno scrittore alle prime armi. Contemporaneamente mi dedicai alla scrittura di articoli scientifici, nell'ambito del mio lavoro di ricercatrice all'università (tra il '98 e il 2004), alla poesia in inglese e poi al blogging, che in quegli anni fece i suoi primi passi in Italia e divenne molto popolare. Il mio primo blog non esiste più, ma il secondo, che ho aperto nel 2006, è tuttora il mio blog (www.anakina.net/dblog). Inoltre nel 2004 creai la mia ditta, Anakina Web, con cui mi occupo tuttora di traduzioni tecnico-scientifiche. Nel 2006 ebbi un'idea per un romanzo di carattere ecologico (sono una biologa ecologa), ispirata da un sogno, che mi ronzò in testa per un po'. Buttai giù qualche pagina l'anno dopo, ma, presa da mille altre cose, lo lasciai da parte fino a tutto il 2008. Fu nel 2009 che finalmente presi la decisione di cimentarmi di nuovo nella scrittura creativa, che col passare del tempo sembrava pretendere sempre di più la mia attenzione. Da scrittrice sai bene anche tu che noi scrittori non scriviamo perché decidiamo di farlo, ma perché non possiamo farne a meno. Da quel momento inizia un lungo percorso di tre anni che mi ha portato al completamento della prima stesura di un romanzo, che nel frattempo era diventato un thriller fantascientifico (e in cui l'aspetto ecologico si era molto ridotto), avvenuta nel dicembre scorso. È stata un'esperienza estenuante, che però mi ha fatto capire che quella della scrittura poteva essere una strada da portare avanti. E così ho iniziato a lavorare su "Deserto rosso", mentre nel frattempo ho ripreso mano a quella vecchia fan-fiction, "La morte è soltanto il principio", che, dopo una revisione, ho deciso di pubblicare gratuitamente lo scorso marzo (è disponibile in formato ebook su Smashwords, Kobo, iTunes e Barnes & Noble), per sperimentare il self-publiblishing digitale. "Deserto rosso - Punto di non ritorno" è di fatto il secondo ebook che pubblico.
Voglio riproporre qui per i nostri lettori la sinossi del tuo libro in modo da renderli partecipi di quello di cui andremo a parlare:
«Sono passati trent'anni dalla missione di esplorazione di Marte "Hera", il cui equipaggio è morto in circostanze misteriose. Questo fallimento e le problematiche politiche da esso generate hanno rallentato la NASA nella sua corsa alla conquista dello spazio, ma adesso i tempi sono maturi per una nuova missione chiamata "Isis". Questa volta i cinque membri dell'equipaggio (Anna, Dennis, Michelle, Hassan e Robert) non viaggeranno per oltre 400 milioni di chilometri solo per una breve visita, ma saranno destinati a diventare i primi colonizzatori del pianeta rosso. Un giorno Anna abbandona di nascosto alle prime luci dell'alba la Stazione Alfa e si addentra con un rover pressurizzato nel deserto marziano, in quello che sembra avere tutte le caratteristiche di un gesto suicida. Mentre ci racconta passo passo i due giorni (tempo definito dalla sua riserva di ossigeno) del suo viaggio solitario, si sofferma a mostrarci eventi del passato precedenti alla stessa missione, muovendosi avanti e indietro nella sua memoria e svelandosi poco a poco a noi. Capiremo chi è, cosa l'ha portata a entrare nell'equipaggio dell'Isis, cosa (e chi) si è lasciata alle spalle e alcuni fatti accaduti durante la stessa missione che potrebbero averla spinta a questo gesto estremo. Qualunque essa sia, riuscirà Anna a raggiungere la sua destinazione?»
Da quello che mi sembra di capire il romanzo non tratta solo la tematica fantascientifica, ma è anche un romanzo d'introspezione. Conosceremo Anna durante questo sua “passeggiata” sul pianeta rosso, è corretto?
Questa prima parte del romanzo, intitolata "Punto di non ritorno", è raccontata in prima persona dalla protagonista, mentre attraversa in completa solitudine il deserto marziano per due giorni. Durante questa sua esperienza Anna si ritrova immersa nei ricordi. La sua memoria vaga liberamente tra gli eventi del passato, che l'hanno portata fino alla condizione estrema in cui si trova, e per forza di cose finisce per scavare dentro se stessa e giudicare il suo comportamento e il suo atteggiamento nei confronti delle persone che hanno fatto parte della sua vita. Vedremo in lei una prima evoluzione da persona che pensa di non avere più nulla da perdere a chi, di fronte alla vera consapevolezza di una morte imminente, invece si pente delle sue azioni e vorrebbe aver fatto delle scelte completamente diverse. Si tratta, però, come sempre del pensiero di un momento. Dal suo racconto, infatti, si evince che Anna è una donna molto insicura per motivi in parte legati alla sua particolare situazione famigliare e, per contrastare la sua tendenza a cambiare idea di continuo, cerca sempre di prendere una posizione precisa di fronte a un certo problema (che si tratti della sua partecipazione alla missione o del suo giudizio nei confronti di una persona), auto-convincendosi che si tratta della scelta più giusta, quindi obbliga se stessa a seguirla fino alla fine, per evitare che uno dei suoi mille dubbi possa confonderle le idee. Questo la porta a insistere in comportamenti spesso deleteri o pericolosi, come appunto lasciare di nascosto la sicurezza della Stazione Alfa per andare a cercare qualcosa di indefinito in un luogo inospitale, in cui di certo c'è solo la sua morte. Il carattere di Anna ha quindi un ruolo importante nella prima parte di "Deserto rosso", ma costituisce solo una sorta di "ambientazione mentale", in cui la storia si svolge. Infatti la maggior parte dei fatti sono raccontati tramite dei flashback, che rappresentano i suoi ricordi, e, rispetto invece a quelli al tempo della narrazione, sono qualcosa di estremamente soggettivo. Noi pensiamo di vedere gli eventi e i personaggi come sono, ma in realtà ciò che Anna ci mostra è una sua interpretazione degli stessi, filtrata dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni. Inoltre, per quanto non ci menta mai, tende a omettere diversi fatti, che poi salteranno fuori nelle prossime puntate.
Perché la scelta di ambientare il tuo romanzo su Marte? C'è forse in questo l'intenzione di affrontare il tema dell'uomo che si misura con un ambiente diverso dal suo e la volontà di mettere alla prova i propri limiti?
Marte ha sempre colpito il mio immaginario, essendo l'unico altro pianeta del sistema solare che potrebbe in qualche modo ospitare la vita, ma anche per la sua vicinanza e somiglianza con la Terra. Fa un certo effetto pensare che esiste un intero mondo là fuori, non tanto lontano, che non è il nostro, ma tanto simile, perché anche lì si vede il sole, ci sono le stagioni, il giorno dura quasi quanto quello terrestre, ci sono rocce e sabbia. Insomma si tratta di un mondo fatto grosso modo delle medesime cose di cui è fatta la Terra e che un giorno potrebbe diventare una casa per l'Uomo esattamente come lo è adesso il nostro pianeta. Tutto questo è entusiasmante, ma, anche se siamo molto vicini, scientificamente parlando, a raggiungere Marte, sicuramente ci vorrà molto tempo per vederne la sua colonizzazione e di certo io non potrò farne parte. E allora, come per tutte le cose che non potrò mai sperimentare, uso il mio "potere magico", cioè la scrittura, per immaginarle. E scriverne in fondo non è poi tanto diverso dal viverle. In poche parole ho ambientato la mia storia su Marte, perché volevo "sentire" cosa si provasse a essere lì. Al di là di questo, ho scelto di far avventurare Anna sulla superficie marziana, in condizioni di estremo pericolo, perché mi piaceva l'idea del contrasto tra un essere umano debole e un ambiente completamente inadatto a lui. Mi sono chiesta: che cosa potrebbe accaderle? Come si sentirebbe? Che cosa farebbe? C'è di certo una volontà di mettere la protagonista di fronte ai propri limiti, ancora una volta per sentire "sulla mia pelle" le sue sensazioni e le sue emozioni, come se fossi io al suo posto, il tutto però con la tranquillità e la sicurezza dello scrittore che controlla gli avvenimenti.
Rita e Anna, autrice e personaggio nato dalla penna dell'autrice. Quanto c'è di Anna in te?
In realtà molto poco. Casualmente (lo giuro!) abbiamo una preparazione scientifica simile, perché io sono una biologa ecologa e lei è un’esobiologa. Questo ha portato molti a pensare che io avessi in qualche modo trasferito me stessa nel personaggio di Anna. Ma non è affatto così. Il suo mestiere è del tutto funzionale alla trama. Questo si scoprirà meglio nelle prossime puntate. D'altronde se avessi raccontato questa storia dal punto di vista di un altro membro dell'equipaggio, come la geologa o l'ingegnere spaziale, mi sarei trovata più in difficoltà, perché non ho una preparazione adeguata. Nella fantascienza si ha la libertà di inventare un po', ma la speculazione scientifica si basa comunque su nozioni reali. Oltre a ciò ben poco ci accomuna. Per quanto all'interno del romanzo le scelte della protagonista funzionano, rendono la trama credibile nell’ambito della finzione, se fossero trasportate nella realtà sarebbero a dir poco terribili. Io non potrei mai avere il suo atteggiamento e non avrei mai potuto fare le cose che ha fatto. Posso tranquillamente dire che non abbiamo nulla in comune. D'altra parte per poter scrivere questa storia ho dovuto immaginare di essere lei. E mentre scrivevo, in un certo senso, smettevo di essere me stessa ed ero lei.
La prima parte del romanzo è acquistabile in ebook su amazon; a fine estate 2012 pubblicherai la seconda parte. Come mai la scelta di suddividere il romanzo in quattro parti? E cosa dovrà aspettarsi il lettore nelle prossime uscite di Deserto Rosso? Puoi darci qualche anticipazione?
Ho deciso di suddividere il romanzo in quattro parti per diversi motivi. Quando ho iniziato a scrivere la prima puntata di "Deserto rosso", a gennaio, venivo dalla lunga ed estenuante prima stesura di un altro romanzo sempre di fantascienza, che è durata ben tre anni (il romanzo in questione è tuttora in fase di editing, che sarà anch'esso molto lungo). Dopo tre anni sempre con gli stessi personaggi, avevo voglia di scrivere qualcosa di più rapido, che potessi iniziare e finire in breve tempo. Inizialmente avevo pensato a un racconto, che poi si è trasformato nell'idea di una novella. Ma quando mi sono messa veramente a scrivere, mi sono resa conto che non sono fatta per raccontare storie brevi con trame che si concludono in poche pagine. Non fa proprio per me. Siccome non avevo alcuna voglia di imbarcarmi in un altro progetto pluriennale, ho immaginato "Deserto rosso" sin dall'inizio definendone grosso modo i punti principali e la sua lunghezza, dividendolo in parti, che avrei scritto in tempi diversi. Ho iniziato quindi con "Punto di non ritorno", la cui prima stesura era già pronta in tre settimane, ma ci sono voluti dei mesi per arrivare a quella definitiva. A questo punto, però, l'averla finita mi è servito in un certo senso da auto-gratificazione, che mi renderà più facile affrontare la scrittura delle parti successive. Un altro motivo era quello di mettere in atto un esperimento letterario. Volevo rendere i miei lettori in qualche modo participi della parte creativa. Sto, infatti, raccogliendo i vari feedback che ricevo e senza dubbio essi avranno una forte influenza, più o meno consapevole, nella scrittura della seconda parte e di quelle successive. Infine confesso che l'idea di suddividere un romanzo in quattro parti non è proprio mia. Molti autori indipendenti anglofoni già lo fanno. C'è chi scrive un romanzo intero e poi lo pubblica a puntate. Mentre ci sono altri che scrivono delle vere e proprie serie a puntate, un po' come le serie TV, ma sotto forma di novelle, con tanto di episodio pilota e varie stagioni. C'è insomma tutto un mondo di sperimentazione letteraria, che è reso possibile solo adesso grazie all'estendersi del mercato degli ebook e che nell'era del libro solo cartaceo non sarebbe mai potuto esistere. E devo ammettere che sono entusiasta di provarlo in prima persona!
Anticipazioni? Be', non voglio rovinare la sorpresa ai lettori, ma posso già dire che nella seconda puntata, che sarà intitolata "Deserto rosso - Abitanti di Marte", verrà prima di tutto fatto un piccolo passo indietro, rispetto alla fine di "Punto di non ritorno", per svelare una buona parte di ciò che è realmente accaduto in quei mille giorni di permanenza dell'equipaggio dell'Isis nel pianeta rosso. Questa volta i fatti non saranno più raccontati da Anna, ma da un punto di vista più oggettivo. In questo contesto farà capolino il vero motore della storia (ma non posso proprio dirvi qual è), che finora ha avuto un solo breve cenno, quasi di sfuggita, nel primo episodio e che avrà la sua massima espressione nel terzo episodio. Sempre nel secondo, verremo a sapere qualcosa di più sulla missione Hera di trent’anni prima e sul suo fallimento, daremo un piccolo sguardo a ciò che accade sulla Terra e ovviamente scopriremo cosa è successo ad Anna. Se "Punto di non ritorno" è stato l'episodio di presentazione, "Abitanti di Marte" sarà l'episodio delle rivelazioni, il terzo sarà quello del conflitto, mentre l'ultimo rappresenterà l'epilogo della storia, dove gli ultimi fili si uniscono in un finale, che lascerà al lettore la possibilità di immaginare un proprio personale seguito.
Se dovessi scegliere un passo evocativo della prima parte del romanzo quale citeresti ai lettori per invogliarli in questo modo alla scoperta del tuo romanzo?
Te ne propongo due.
Il primo descrive brevemente il tramonto a Valles Marineris, con la comparsa di una "stella" molto particolare.
“Mi soffermo ad ammirare il cielo che da color salmone sta virando verso un celeste sporco, mentre il sole si abbassa all’interno del canyon. La sua luce è diventata così tenue che posso fissarlo senza restarne abbagliata. A est iniziano a distinguersi delle stelle. Demios, il satellite più lontano, splende poco più grande di una stella proprio sopra la mia testa, mentre Phobos sembra venirgli incontro. Mentre il disco del sole attraversa l’orizzonte irregolare di Valles Marineris, ecco che appare lei, poco più in alto a ovest. Sembra una stella azzurra, che brilla alle luci del crepuscolo. È la Terra.”
Il secondo in realtà non c'entra nulla con la fantascienza, ma è il mio passaggio preferito. In esso Anna sta osservando di nascosto Jan, che è uno scrittore, mentre lavora.
“Certe volte lo guardavo di nascosto mentre scriveva nel suo studio, illuminato da un’ampia vetrata che dava sul giardino. Era talmente assorto che non si accorgeva di me. Le sue mani sembravano danzare sulla tastiera, come quelle di un pianista. Lo sguardo era fisso sullo schermo, ma l’espressione del suo viso cambiava, interpretando le sue storie, nel momento stesso in cui le creava. Talvolta sorrideva, oppure il suo volto si contraeva per lo sgomento. Interrompeva per un momento la scrittura e gesticolava, mentre le sue labbra farfugliavano le parole dei suoi personaggi. Poi, con un rinnovato slancio, le sue dita tornavano al lavoro, instancabili. Poteva andare avanti così per ore intere, perdendo ogni cognizione del tempo. Chissà come viveva quei momenti, se vedeva se stesso dentro la storia, mentre la realtà intorno a lui scompariva. Ciò che riuscivo a percepire nei suoi occhi era una pura felicità, qualcosa con cui non avrei mai potuto competere.”
Deserto Rosso è un'opera di fantascienza e deduco che tu ti sia avvalsa di un'attività di ricerca e consultazione per la stesura del romanzo, dico bene? Quale è stata dunque la genesi e lo sviluppo della tua opera?
L'idea di scrivere questo romanzo è nata durante la lettura di un altro romanzo: "First Landing" di Robert Zubrin. Zubrin è uno dei fondatori dalla Mars Society, oltre che uno dei principali esperti su Marte e sulla possibilità di colonizzarlo. "First Landing", pur essendo un romanzo di fantascienza, si basa completamente su tecnologie già esistenti al momento della sua pubblicazione (circa 10 anni fa). Il suo scopo non è solo intrattenere, ma mostrare al mondo come sarebbe se si arrivasse su Marte. È più che altro un testo propagandistico, sotto forma di romanzo. Avevo già visto dei documentari sul lavoro di Zubrin, per cui il passo successivo è stato poi leggere il suo saggio più famoso "The Case for Mars", in cui viene spiegato davvero tutto quello che c'è da sapere sul pianeta rosso, su come raggiungerlo, come sfruttare le sue risorse per sopravvivere, come colonizzarlo, come modificarlo (tramite la terraformazione) e infine gli enormi vantaggi scientifici ed economici di un simile progetto a lunghissimo termine.
A ciò si aggiunge il fatto che seguo sempre con grande interesse il lavoro della NASA in merito a Marte, con il rover Opportunity, che da oltre tremila giorni marziani (quasi dieci anni terrestri) analizza la superficie del pianeta e ci manda meravigliose immagini, e con il rover Curiosity che in questo momento sta raggiungendo l'orbita del pianeta dove atterrerà il 6 agosto.
Tutto ciò fa da background scientifico alla storia (lo si può anche ritrovare nella bibliografia alla fine dell'ebook), il quale per un buon 95% (se non di più) si basa su dati scientifici reali e tecnologie esistenti, almeno a livello teorico. È chiaro che in alcuni punti forzo un po' la mano, anche perché alla fine si tratta di fantascienza, non di un saggio, e la storia è ambientata circa cinquant'anni nel futuro. Più di una volta, per esempio, ho spiegato un aspetto scientifico, usando la tecnologia più semplice da comprendere per il lettore (che alla fine vuole solo leggere una storia), sebbene questa al lato pratico sia la meno conveniente o efficiente.
Sei una scrittrice indipendente. Come mai questa scelta? Hai mai proposto a una casa editrice il tuo romanzo, e se non l'hai mai fatto vuoi spiegarcene il motivo?
No, non ho mai proposto il romanzo a un casa editrice. Riguardo a "Deserto rosso" c'è anche da dire che non troverei mai nessuna casa editrice disposta a pubblicare un romanzo a puntate, per cui non ho preso neppure in considerazione la cosa.
Per altri lavori, non saprei adesso darti una risposta certa. Fino a un paio di anni fa pensavo veramente che avrei cercato di proporre l'altro romanzo che stavo scrivendo (quello di cui ti parlavo prima) a una casa editrice, perché è chiaro che un editore, almeno in teoria, ti dà un supporto in tutte le fasi di preparazione e poi di distribuzione e promozione, che da indipendente ovviamente non hai. Poi ho iniziato a studiare l'editoria italiana e purtroppo non mi è piaciuto molto quello che ho visto.
Avere un editore alla fine non dà grandissime garanzie, a meno che non si tratti di uno di quelli più grandi (che però difficilmente sono avvicinabili da un esordiente). Non tutti gli editori purtroppo lavorano bene come dovrebbero, ma nel contempo finiscono per toglierti il controllo sulla tua opera, riguardo a quegli aspetti che dicevo sopra. Alla fine dei conti, considerando che non sono una ragazzina, che non pretendo di campare scrivendo narrativa (ho già un lavoro che mi piace e riguarda comunque la scrittura), che me la cavo bene in quasi tutti quegli aspetti (e laddove non arrivo io, so a chi rivolgermi), mi sono chiesta: perché non dovrei provare a fare per conto mio?
D'altronde sono già una lavoratrice autonoma, sono già imprenditrice di me stessa, per cui mi è sembrato naturale estendere questa mia caratteristica anche alla scrittura creativa. Particolarmente cruciale è anche stato il fatto che ho iniziato a seguire numerosi blog di autori indipendenti americani e inglesi. Da quelle parti il self-publishing è un fenomeno molto sviluppato, un vero e proprio business. Qui in Italia siamo ancora indietro, in parte perché il mercato degli ebook è ancora ridotto, ma è comunque in continua crescita, per cui credo che questo sia il momento migliore per buttarsi nella mischia.
Ringrazio Carla per questa sua intervista dove ci ha dato modo di conoscere a fondo lei, il suo lavoro e la sua scrittura.
Questa intervista vi ha incusiosito e volete leggere la prima parte del romanzo? Potete allora scaricarlo da qui DESERTO ROSSO- PUNTO DI NON RITORNO a soli 0,89 centesimi.
Se non siete sazi e volete sapere altro sull'autrice consultate il suo sito internet ANAKINA.NET.
Per ultimo vi lascio la visione del booktrailer del'opera.
Grazie a Rita Carla Francesca Monticelli per aver fatto tappa qui nel mio blog! E resto in attesa dell'uscita della seconda parete del romanzo.
Un saluto a tutti amici di blog!