Pensieri a caldo su... Rebirth- I Tredici Giorni ~ Alessia Coppola

Oh! Finalmente un urban fantasy come si deve! Sono stata travolta anche io dall'onda romance/erotica e quasi dimenticavo quanto invece fosse rilassante leggere un urban fantasy condito di angeli, demoni e un destino dal quale non si può fuggire.
Rebirth – I Tredici Giorni di Alessia Coppola è stata una lettura inaspettata e itinerante perché pur restando seduta comodamente sulla mia sedia a leggere, la sensazione che ho avuta è quella di aver viaggiato assieme a Grace, la protagonista, verso un Fato già scritto, attraverso luoghi della terra (New Orleans, Parigi o le riserve indiane) alla ricerca disperata della salvezza interiore.
Grace, attrice acclamata e talentuosa, senza nemmeno rendersene conto stringe un patto con un Chronat, un demone figlio della Morte. Questo elemento potrebbe sembrare quasi scontato (e fa tornare alla mente il celebre Dorian Gray) ma l'abilità di Alessia sta proprio nel partire da un tema classico come quello del cedere alle lusinghe di promesse d'immortalità (anche se Grace non ne è subito consapevole) e stravolgerlo per farlo proprio.

Sì, ero un essere profondamente malinconico. E avevo paura che il mio viaggio finisse miseramente.

Credo che quando Grace abbia espresso nell'anima quel suo desiderio, dopo essersi ritrovata di fronte allo specchio a osservare la prima ruga nata sul suo volto, ha avuto in realtà timore non solo di essere sostituita sul palcoscenico perché (e soprattutto) per un'attrice gli anni pesano più che in chiunque altro, ma ha avuto timore di incamminarsi verso una solitudine ancora più gravosa. Verso la fine della speranza. Quando esprime quel desiderio tacito di vedersi per sempre giovane e bella in realtà dà solo voce al sogno inespresso del genere umano, cioè quello di perdurare in eterno e restare legato per sempre a questa terra che, nonostante le sue brutture, è l'unica cosa certa che abbiamo.
Nel momento in cui a Grace viene svelato il mondo soprannaturale, l'elemento reale e quello fantastico vengono mixati dall'autrice creando una miscela impeccabile. Grace allora sembra essere stata creata non solo per uno scenario realistico quale può essere l'America degli anni 30, ma anche per quel mondo immaginario al quale sente alla fine di appartenere. E il lettore si trova incastrato a sua volta tra due mondi, chiedendosi in continuazione quale sarà il destino di Grace e di Ayku, il suo angelo protettore, quello che per Grace rappresenterà l'amore mai trovato sul piano umano. Ma attenzione: la storia d'amore non risulta affatto banale o scontata come mi era già capitato di leggere in altri fantasy tra creature mortali e immortali. Non ci troviamo di fronte all'oramai classico bello e impossibile ma di fronte a un sentimento reale, racchiuso nel corpo e nel cuore di un essere magnifico e inimmaginabile che quasi si riesce a toccare con mano per quanto bene l'autrice lo dipinga con tratti dolci e precisi.
Ho adorato Grace e la sua semplicità umana. Per nulla corrotta dalla fama che ha ottenuto durante la sua carriera, vive la sua esperienza sovrannaturale con umiltà e sorpresa, fino all'inevitabile accettazione finale che non sto qui a raccontarvi. Un'accettazione umana che mi ha lasciato a fine lettura malinconia e lunghi sospiri.
Le penna di Alessia tratteggia parole nelle quali a volte mi sono ritrovata. Sono frasi che senza troppi preamboli restano impresse nella memoria e nell'animo. Tra tante vi riporto questa che ha in sé dell'indiscutibile poesia: “Sono consapevole che per una creatura meravigliosa come te accettare il tempo sia difficile. Esso si annida tra le pieghe dei sorrisi, si artiglia nello sguardo. Passa e rabbuia i bagliori delle primavere. Ma anche gli inverni hanno il loro splendore”.

L'esordio di questa scrittrice è un esordio da voto massimo. Mi sono stupita nell'apprendere che Alessia abbia scritto e corretto questo libro in tredici giorni (da qui il titolo). Lo si avverte sì dalla brevità del romanzo ma non certo dalla scelta minuziosa delle parole e degli eventi descritti con dovere di particolari.
Voglio lasciarvi con un'ultima frase tratta dal romanzo che per quanto mi riguarda riassume l'intera storia non solo di Grace ma di tutti noi: “Anche tu hai addentato la tua fetta di dolore. Tutti gli umani ne provano un assaggio. […] Gli uomini sono eccezionali per questo: risorgono sempre, anche dopo la più terribile delle sconfitte.”

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